Difficoltà relazionali giovani 20/30 anni

Ho 22 anni e non trovo il modo di stare in relazione con gli altri...

Spesso mi capita di ascoltare racconti di ragazzi, di età compresa tra i 20 e i 30, legati alla difficoltà di stare in relazione con l'altro, sia esso un amico o un partner.

Raccontano di provare sentimenti di inibizione, chiusura e, soprattutto, ansia, nel momento in cui si trovano a parlare con l'altro o pensano addirittura di doverlo fare, anticipando così la difficoltà del momento.

Dicono di trovare maggiore facilità nell'esprimersi con l'altro attraverso il mondo delle chat o dei social e, così, questo strumento spesso li porta ad una maggiore chiusura verso la realtà, in un periodo della vita dove le competenze per entrare in relazione con l'altro e le occasioni per poter sperimentare le relazioni dovrebbero avere campo fertile. D'altra parte la chat e i social rappresentano anche la loro ancora di salvezza, l'unico spazio di vita.

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Questi ragazzi vivono spesso forti sensi di inferiorità, sentono di non valere, riflettono su confronti e paragoni con gli altri dove inevitabilmente sentono di perdere. Questi pensieri, che potrebbero essere la spinta per trovare la motivazione, buttarsi nelle relazioni e provare, in realtà diventano proprio il motivo per fermarsi, per chiudersi, trasformando la realtà in un circolo vizioso, dove la voglia di uscire da questa situazione viene schiacciata dai fallimenti del quotidiano.

I 25enni descrivono spesso anche una situazione di stallo, non solo rispetto alle relazioni, ma anche rispetto alle scelte sul futuro, nel dilemma "proseguo gli studi o vado a lavorare?" e l' indecisione porta a lasciare tutto fermo.

Le relazioni sentimentali sono spesso bloccate o assenti, oppure è presente una grossa confusione rispetto a sé e alla sessualità. A volte, la sperimentazione viene vissuta nel mondo di internet, delle chat, fino a creare una sorta di dipendenza.

Quando chiedono aiuto portano tutta questa sofferenza.

Lungo il corso della terapia iniziano a sentire una maggiore motivazione a fare le cose, per esempio può essere semplicemente il desiderio di uscire e di stare con la compagnia. Alternano dei momenti in cui ripiombano in sentimenti di depressione ad altri dove vi sono pensieri positivi sul futuro e su di sé.

Ciò che è importante fare, è costruire con loro lo spazio proprio per questi tipi di sentimenti, quelli che fanno stare bene, che danno la spinta a fare. Una volta presente questo spazio, si evidenziano anche i primi tentativi di buttarsi, nelle relazioni o nelle scelte per il futuro.

Può capitare che, soprattutto all'inizio della terapia, questo slancio positivo si intervalli ai conosciuti momenti di ansia, calo d'umore e scarsa motivazione ed autostima. Col proseguire costante della terapia, si consolida invece il cambiamento: se prima vi erano sentimenti d'ansia e tristezza, nel tempo l'umore diventa sereno, se prima vi erano pensieri di fallimento e scarsa autostima, si evidenziano pensieri maggiormente positivi su di sé, e se prima non si riusciva a prendere una decisione o a buttarsi nelle relazioni, sarà possibile sperimentarsi.

Raccontano della terapia come di un percorso di crescita, che li aiuta a trovare la loro indipendenza, a capirsi come persone per poter fare delle scelte importanti rispetto al futuro. Nello stesso tempo, esprimono la loro soddisfazione nel provare sentimenti positivi su di sé, nel sentire di avere autostima e, cosa fondamentale per loro, di essere riusciti a trovare il modo di stare bene con l'altro, l'amico, il partner, e di vivere le relazioni senza più disagio.