Psico Blog

Articoli e riflessioni

BULLISMO: COME FARE PER RINFORZARE LE VITTIME.

bullo” Tirati giù le mutande altrimenti non sono più tua amica!”

               “Se non fai quello che ti dico ti picchio”

               “Tu non puoi giocare con noi perché sei ciccione”

 

Questi, e tanti altri ancora, sono esempi di frasi che rappresentano il bullismo tra pari.

Una mamma, tempo fa, mi chiese: “come si insegna ai bambini ll rispetto per gli altri? Come fa un bambino da solo ad avere le competenze per scegliere la cosa giusta da fare in assenza dei genitori? Cosa si può dire ai bambini per rinforzarli?”.

Questo è un tema difficile che preoccupa da sempre i genitori, ancor di più nell’era moderna in cui, oltre agli atti di bullismo, è presente anche il cyberbullismo, ovvero il bullismo in Internet.

Il rispetto per gli altri non lo si insegna, ma lo si apprende nel corso del tempo attraverso l’imitazione dell’altro, in primis dell’adulto accudente.

Se i bambini, fin dalla nascita, ricevono un’educazione basata sul rispetto e sull’amore, allora saranno degli adulti in grado di essere loro stessi rispettosi e rispettati.

Ciò può sembrare una banalità,  ma forse vale la pena di riflettere sul significato del “rispetto”.

Se un adulto prende in giro, magari scherzando (“ma dai, smettila, stavo scherzando quando ti ho detto che non capisci nulla!”), e non si accorge della ferita emotiva che infligge al proprio bambino, allora non vi è rispetto.

Se un adulto, con l’intento di stimolare, di far puntare in alto, di promuovere ed incitare utilizza nomignoli divertenti (“muoviti, corri, mozzarella!!!”), allora non vi è rispetto.

Se un adulto utilizza lo schiaffo, come metodo educativo,  allora di nuovo non vi è rispetto.

Come cresce un bambino in questo contesto?! Non sarà un bambino forte, sicuro di sé ma, al contrario, la sua autostima sarà danneggiata, sentirà di valere poco o di non valere affatto, tanto da meritarsi i diversi trattamenti e sarà più facilmente oggetto di bullismo da parte dell’altro, poiché incapace di difendersi, poiché è minata la fiducia di sé.

D’altra parte, questo stesso bambino più grandicello, potrà agire a suo modo le violenze subite, poiché avrà appreso come stile relazionale tipico quello non rispettoso o violento.

Ecco cosa c’è alla base di questo fenomeno. Tutto parte da qui.

I bambini vanno quindi rafforzati nella propria autostima.

Questo può essere fatto quotidianamente, attraverso dei complimenti, l ‘attenzione al bambino e ai suoi bisogni, la dedizione a lui e alla sua crescita emotiva.

Si vive in un’epoca in cui manca il tempo di fare tutto: ma non è la quantità del tempo che ci dedica ad un bambino che fa la differenza, quanto piuttosto la qualità, ovvero nei piccoli gesti quotidiani, nei momenti condivisi anche brevi, è lì che, se è presente un reale ascolto del bambino, gli si trasmette il valore che ha e lo si farà sentire rinforzato nell’anima.

 Detto questo, un bambino anche da solo, in assenza del genitore che lo protegge, può mettere in atto delle competenze che lo proteggono qualora dovesse vivere una situazione di bullismo.

Se sente di valere, prima di tutto, non lascerà che l’altro lo maltratti. Questo, a qualsiasi età.

In secondo luogo, la cosa giusta da fare é prestare attenzione a come l’altro mi fa sentire: uno stesso modo di dire o agire può ferire un bambino e può lasciare indifferente l’altro. Nel primo caso, bisogna insegnare ai bambini ad ascoltare le proprie emozioni e reagire di conseguenza.

Se un bambino è sufficientemente forte e sicuro di sé, metterà a tacere il bullo di turno che non lo rispetta.

Se un bambino si sente più fragile ed indifeso, allora dovrà trovare il coraggio di parlarne con qualcuno e di chiedere aiuto subito.

Spesso questa è l’unica strada da percorrere, anche per quei bambini forti.

Il chiedere aiuto puo’ sembrare una strategia di poca importanza ma, in realta’, ne ha moltissima e non è una cosa cosi’ scontata.

Bisogna insegnare ai bambini a chiedere aiuto, perché spesso non riescono, non sono in grado, hanno vergogna, hanno paura di farlo perché temono di non essere ascoltati o creduti. Percui, diventa una competenza da allenare, per proteggersi in queste situazioni così difficili!

 

 

Comments for this post are closed.